Un viaggio nei recessi dell’animo umano
Post buio è la mostra personale di Monica Cossu
ospitata da Spazio e Movimento dal 28 ottobre all’11 novembre 2023.
Curatela e testo critico sono di Ivana Salis, fotografie di Massimiliano Frau
e progetto grafico di Alice Agus.
Ritrovarsi diverse, con una presenza costante che si chiama incertezza. Monica Cossu racconta la sua esperienza personale portandoci dentro il lento viaggio della riabilitazione.
Dopo un evento inaspettato che la colpisce, la indebolisce, la trasforma nell’anima e nel corpo, decide di intensificare la sua passione per la fotografia trasformandola nel suo mezzo elettivo di comunicazione. Nel 2017, dopo due anni di impegno fisico e mentale per riappropriarsi del movimento e della parola, nasce il primo progetto che racconta il suo percorso. Lo chiama “Reviviscenze”.
Parte di queste immagini, che riemergono dalle sue lontane paure, come frame che si posano davanti agli occhi chiusi nel buio del sonno e svaniscono davanti alla luce di nuove immagini, sono presenti in questo nuovo progetto, poiché da quella esperienza nasce una Monica diversa.
Post Buio è un cammino simbolico dove si alterna la fotografia in bianco e nero, prediletta dall’autrice, a quella a colori, che parte dalla fragilità e arriva all’espansione del cambiamento.
L’energia, l’amore per la vita, la tenacia, si riverberano nelle immagini che si aprono al circostante, dove la sensibilità della fotografa capta emotivamente stati d’animo dentro ombre, movimenti improvvisi e sdoppiamenti.
Supera le difficoltà motorie adattandosi a lavorare con gli strumenti a lei più congeniali, studia la fotografia e la post-produzione per ricavare il massimo dal suo lavoro, che è ormai vita, esigenza di esprimersi, bisogno di essere presente in questa sua nuova realtà. Rielabora suggestioni del cinema e della fotografia surrealista, concentrandosi sulla connessione che l’inconscio instaura con la percezione della realtà.
Comunica attraverso stati simbolici che porta con sé come memorie, per non scordare che può superare anche l’insormontabile, e tornare, qui e ora. I lacci che le stringono la bocca sono i suoni che sente senza riconoscere le sue parole, i pezzi di carta sgualciti su cui scrive segni tremanti, sono idee che non trovano ordine, gli arti sono macigni che vorrebbero impedirle il volo.
Ma la fotografia invece la libera e le permette di portarci dentro questo suo viaggio. Racconta, condivide e rappresenta la speranza, perché si è affidata all’arte, che ha trasformato in lirica questo suo dolore e questa sua paura.
Ivana Salis