Le donne specchio di Narciso in un diario fotografico
Eco e Narciso è la mostra personale di Barbara Ardau
ospitata da Spazio e Movimento dal 18 marzo al 1 aprile 2023.
Curatela e testo critico sono di Ivana Salis, fotografie di Massimiliano Frau
e progetto grafico di Barbara Ardau.
Nel suo ultimo progetto fotografico Barbara Ardau prende a prestito il mito greco per indagare le dinamiche tossiche nelle quali scivolano molte odierne relazioni amorose.
Il Narciso raccontato dall’artista è un assoluto egocentrico focalizzato unicamente sul soddisfacimento dei propri bisogni, e a questo scopo piega il rapporto con Eco che diviene strumento del suo piacere, della sua gratificazione.
Negli scatti di Ardau, inondati da una luce abbacinante, la relazione uomo-donna si risolve in una dimensione erotica raggelante nella quale a condurre il gioco è la mano maschile mentre il corpo femminile si configura quale mero oggetto del desiderio alla mercé della volontà dell’uomo.
«Eco e Narciso: dal mito alla contemporaneità. Barbara Ardau conduce una ricerca nella memoria di donne che hanno incarnato il ruolo di Eco e di uomini che si sono rivelati Narciso. Con una selezione di 10 immagini fotografiche, in bianco e nero, racconta la delusione e la disillusione. Il tradimento. Il vortice furioso del dolore e il suo superamento.
L’apparenza è sempre una maschera, nel Narciso, innamorato solo ed esclusivamente di se stesso. Nel mito la dea Nemesi lo condannò per non aver corrisposto l’amore di Eco, ninfa delle montagne: la sua pena consistette nell’innamorarsi del suo riflesso e morire di consunzione per non poter essere ricambiato.
[…] Eco rappresenta, nella ricerca di Ardau, tutte le donne specchio in cui Narciso si riflette. Nel suo rapporto con la donna, la passione è possesso, semplice mezzo di esaltazione sessuale, che ancora una volta gode della sua presunta perfezione.
[…] Nella polimorfa attività dell’artista si rintraccia una ricerca intermediale in cui la narrazione, la processualità, la fotografia sono lo strumento di interpretazione di vicende intime e relazionali, lasciando trapelare l’ambiguità tra fatti autobiografici e vite altrui, considerate come episodi di tante messinscene, a cui noi partecipiamo da spettatori, nel rituale della ripetizione di copioni già vissuti, mitologici addirittura, ma sempre presenti.
Le fotografie esposte illustrano un racconto diaristico, espanso sui canali social dell’artista, che unisce alle fotografie parti scritte di carattere analitico. Una Narrative Art 2.0 quella della Ardau, memore delle ricerche di artiste come Sophie Calle e Nan Goldin.
Come nelle opere di quest’ultima, la forza delle immagini di Ardau è nella rappresentazione della brutalità fisica e psichica con cui è vissuto l’amore, appagante e un istante dopo confuso nella chiusura che Narciso dimostra verso la sua amante del momento. Istantanea, bulimica nell’affamarsi di scatti che ritraggono quegli illusori attimi, di sensualità e vita, l’immagine tradisce la dicotomia tra vita e morte, tra aggressore e preda.»*
*Ivana Salis, “Barbara Ardau. Eco e Narciso”