La poetica dei corpi
in punta di penna
Oltre me è la mostra personale di Roberta Congiu
ospitata da Spazio e Movimento dal 5 al 26 novembre 2022.
Curatela e testo critico sono di Ivana Salis, fotografie di Massimiliano Frau
e progetto grafico di Studio Deposito.
“Oltre me” raccoglie una selezione di opere inedite, nate nel corso del 2022, che illustra gli ultimi esiti della ricerca espressiva dell’artista, condotta da oltre un decennio attraverso il solo strumento della penna a sfera.
Realizzate secondo una tecnica grafica fondata su filamenti d’inchiostro che definiscono minuziosamente il corpo umano inserendolo in uno spazio sospeso, le più recenti opere di Roberta Congiu esplorano in profondità il rapporto tra l’essere e l’apparire, tra la percezione di sé e dell’altro.
«[…] In questa mostra di opere inedite e recentissime colpisce l’assenza di visi. Il pathos delle figure non è affidato all’espressività di uno sguardo o alla sensualità di una posa, o ancora alla resa iperrealistica dei dettagli, come mani, vene, muscoli e nervi.
I corpi sono rappresentati solo in alcune parti, come spezzati. Sono torsi, schiene e fianchi, ossuti. La testa se c’è non mostra il viso, lo nascode, lo sospende di profilo dentro una bolla che vaga nella composizione, lo sostituisce con un fiore.
Il tempo incide sul corpo segni che lo trasformano naturalmente, ma alcune scelte, di carattere estetico, conducono a stati che privano l’individuo di esprimere liberamente la sua corporeità.
Conseguenza diretta lo stato di tensione e di blocco, di sospensione e instabilità, rappresentato da elementi che nelle opere trattengono e delimitano lo spazio in cui si trovano le figure. Profili lineari su cui alcuni corpi scivolano, barre che arrestano, elementi rettangolari che fissano entro uno spazio ristretto.
Ciò che appare è il superamento della naturale capacità dell’artista di ritratte con assoluta verosimiglianza. Oltrepassando questo dato di fatto, risulta allo sguardo la vulnerabilità dei corpi. Un percorso di ricerca dentro la tecnica, magistrale, ma di fatto cristallizante.
Senza nulla togliere alla precisione del tratto grafico, Congiu supera l’impatto dato dalla perfezione, che ancora stupisce, e arriva alla poetica del corpo, ritratto nella sua celata vulnerabilità.
Questo passaggio è interpretabile come metafora stessa della rappresentazione visiva dei corpi nell’epoca contemporanea, riversata in questo percorso dell’artista che corre sul doppio binario dell’accettazione e della consapevolezza.
Voler incarnare modelli dati e trovarsi senza identità, quindi senza volto, prigionieri dei nostri stessi occhi, che non vedono la realtà, ma solo la sua illusoria immagine.
Mostrarsi dentro gabbie conformi ai sistemi correnti, per poi trovarsi senza un volto riconoscibile a noi stessi. È quanto moltitudini di donne e uomini provano quotidianamente rincorrendo lo scatto perfetto. […]»*
*Ivana Salis, “Roberta Congiu. Oltre me”